Bollo auto, da domani non si scherza più | Se non lo paghi ti vengono a prendere
Ti ricordi il giorno di immatricolazione della tua auto? Segnatelo perché corrisponde alla data di scadenza del bollo
Tra le ragioni per cui in Italia l’auto sta diventando un bene di lusso, al primo posto c’è il bollo, seguito a ruota dal prezzo ormai fuori controllo del carburante. Se a queste due voci aggiungiamo anche le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria c’è da impallidire.
Qui da noi bisogna fare molta attenzione a quale modello di auto comprare perché – anche se non di lusso – ci può letteralmente prosciugare il nostro conto in banca. E tutto grazie al bollo, l’imposta dovuta solo per il possesso di un veicolo a motore. E poco importa che il mezzo sia circolante, o fermo da mesi a prendere polvere in box, perché dal bollo non si scappa.
Il sogno di una bella sportiva che sfora i 185 kW di potenza, o di un fuoristrada come quelli di una volta, è da tempo una lontana chimera per un normale cittadino con un potere d’acquisto medio. In questo caso infatti il superbollo è il nemico in agguato. Non bastava infatti aver toccato la vetta della classifica europea per l’entità della batosta che si configura a pagare la normale tassa automobilistica, ci mancava pure l’introduzione ingegnata dall’allora Governo Monti della sovrattassa per auto di potenza superiore ai 252 CV (185 kW).
Come sapere quanto dovrò pagare?
Che ci piaccia o no, bollo o superbollo che sia, questa tassa va pagata entro le scadenze imposte dall’ente di riscossione, che nella maggior parte dei casi è l’ufficio tributario della propria Regione di residenza, ad esclusione di Sardegna e Friuli-Venezia Giulia, dove se ne occupa direttamente l’Agenzia delle Entrate. Dimenticarsi di farlo, o pensare di eludere i controlli sul pagamento, non è una mossa molto astuta. Se non ricordate l’importo dovuto basta consultare il sito dell’ACI per conoscere il calcolo esatto dell’imposta da versare.
Attenzione, perché la somma può variare, non solo a seconda della potenza, ma anche della classe ambientale e della quota regionale. Insomma, stabilire un importo generico a priori valido in tutta Italia per un modello di auto non è sensato, perché il calcolo preciso deve tenere in conto diversi fattori, e la stessa auto può pagare importi differenti a seconda di dove prendete residenza. In Lombardia e Piemonte, ad esempio, le auto elettriche sono esentate totalmente dal pagamento del bollo, esenzione valida durante tutta la vita del veicolo.
Se non ci pensi tu lo farà l’Agenzia delle Entrate
Ma cosa succede in caso ci dimentichiamo di pagare questa tassa o ci rifiutassimo di farlo? Fermo restando che non conviene, perché prima o poi si ripresenterà con interessi di mora maturati, ricordatevi che avete sempre tempo entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello della scadenza (che corrisponde al mese di immatricolazione). I controlli sul pagamento di eventuali bolli arretrati sono attivi durante tutto l’anno e vanno ad intensificarsi proprio nei mesi precedenti alla scadenza. Se doveste ricevere un sollecito di pagamento o un invito a regolarizzare è consigliabile mettersi in regola.
Secondo una recente sentenza della Cassazione del 5 settembre 2022, per il mancato pagamento dell’imposta è previsto un termine di prescrizione di tre anni che inizia a decorrere dal primo giorno dell’anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato. In sostanza, il termine di prescrizione è il limite temporale entro il quale l’ente creditore (in questo caso la Regione) può richiedere il pagamento dell’imposta, e oltre il quale non può più farlo. Questa non deve essere però una scusa per prendere il bollo alla leggera, perché le Regioni verificano costantemente i pagamenti e, se necessario, inviano comunicazioni o affidano il recupero dei debiti all’Agenzia delle Entrate. Ricordate che il software dell’ACI tiene conto di sanzioni e interessi, quindi è importante essere informati e rispettare le scadenze per evitare problemi futuri.