Addio Autovelox, la decisione a sorpresa sconvolge l’Italia | Resteranno soltanto questi
Siamo a pochi passi da una decisione storica, la bufera sugli autovelox potrebbe placarsi da un momento all’altro
Il tema autovelox è da sempre una questione molto scottante. Sarà perché in Italia il rispetto dei limiti di velocità è un fattore accessorio, sarà perché i Comuni hanno spesso utilizzato questo dispositivo in modo improprio, ogni volta che si parla di sanzioni emesse da questi apparecchi infuria la polemica.
Nati con l’obiettivo di regolare la velocità e quindi diminuire il numero di incidenti gravi su tratte particolarmente a rischio o su rettilinei che danno la sensazione di essere in pista, gli autovelox sono progettati per non dare scampo al trasgressore. Un po’ nascosti da cartelli e vegetazione, o ben visibili e perfettamente segnalati, questi dispositivi di misurazione vanno spesso ritarati per rendere più precisi i rilevamenti.
Non a caso esistono dei limiti di tolleranza nella rilevazione dell’infrazione di 5 km/h, fino a quando si viaggia entro i 100 km/h. Questo significa che è possibile superare il limite di velocità di 5 km/h senza incorrere in una sanzione. Ad esempio, se il limite di velocità è di 50 km/h, è possibile arrivare fino a 55 km/h senza rischiare di vedersi arrivare il verbale a casa.
Come si è già espressa la Cassazione
Nella giungla di ricorsi e sentenze a seguito della presunta liceità di alcuni sistemi di rilevamento della velocità, una cosa è certa. La Corte di Cassazione in più occasioni ha dovuto esprimersi in difesa degli automobilisti che si sono visti fioccare una pioggia di sanzioni a causa del vizietto che hanno alcune Municipalità di installare nottetempo una serie di nuovi autovelox fantasma non segnalati e spesso appositamente nascosti con l’intenzione di cogliere in fallo il malcapitato.
È proprio questa finalità che nulla ha a che vedere con la sicurezza, di cui la Cassazione ha spesso segnalato l’abuso accogliendo il ricorso degli automobilisti. Secondo la Corte Suprema infatti ogni autovelox, sia quelli fissi, sia quelli mobili o i temutissimi “scout speed” installati su volanti civetta, devono essere sempre ben segnalati con cartelli che ne indichino la presenza posti ad almeno 400 metri dal punto di rilevamento della velocità. Fantascienza? No, lo dicono le sentenze vinte dagli automobilisti contro i Comuni a cui non interessa tanto la nostra sicurezza ma le loro entrate.
La proposta di Salvini: abolizione degli autovelox fantasma
A difesa dei consumatori è dovuto scendere in campo Matteo Salvini, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha lanciato la proposta di abolire gli autovelox-truffa (non tutti) utilizzati dai Comuni per battere cassa a discapito dei contribuenti. Salvini ha sottolineato come sia arrivata l’ora per una nuova regolamentazione sulla collocazione di questi dispositivi senza compromettere la sicurezza stradale, in modo da garantire bilanci più sani alle amministrazioni comunali senza pesare sulle tasche degli automobilisti.
La proposta rientra in un pacchetto organico di revisione del codice della strada su cui il numero uno della Lega sta attualmente lavorando, pacchetto che comprende anche photored e simili. L’annuncio è stato accolto favorevolmente da varie parti, in primis dai consumatori. L’obiettivo è quello di creare un sistema equilibrato in cui la sicurezza stradale e il rispetto delle leggi siano garantiti senza che gli automobilisti siano puniti in modo iniquo.