Allarme pensionati, adesso le multe fanno malissimo | Questa infrazione la pagano cara
Anche i pensionati nel mirino dei provvedimenti sanzionatori, non si salva più nessuno. Meglio rispettare il Codice della Strada
Le multe, come la legge, sono uguali per tutti. O almeno dovrebbero esserlo. Spesso infatti le forze dell’ordine sono costrette a ridimensionare la sanzione o a chiudere un occhio se alla guida trovano un pensionato che, vuoi per distrazione, vuoi perché ai suoi tempi “le regole erano altre”, si dimentica di applicare le più basilari norme di sicurezza del Codice della Strada.
Questo modus operandi a volte può diventare una scusa bella e buona per saltare a piè pari una multa salata per il mancato rispetto delle normative che regolano la circolazione. Da oggi però nessuna scusa sarà più accettabile e anche i pensionati – se non in rarissime occasioni – dovranno allinearsi al Codice della Strada e seguire le sue prescrizioni.
Negli ultimi tempi anche gli over 65 hanno ridimensionato di molto la loro immagine, non più ancorata a quella del “vecchietto col cappello” che fatica a guidare, sperimentando nuove dimensioni di autonomia e scoperta grazie a uno stato di salute generale che gli consente di fare praticamente tutto quello che desiderano.
Pensionati e auto, un alleato per vivere in autonomia la mobilità
In questo nuovo scenario, fatto di viaggi, relax e tempo libero all’aria aperta, l’utilizzo dell’auto è stato fondamentale per consentire di spostarsi, a volte per lunghi viaggi internazionali (come fanno tanti camperisti nord europei), altre volte solo per andare da casa al supermercato per caricare i sacchi della spesa. Una cosa è certa: la maggior parte dei pensionati di oggi ha una vita molto attiva, non equiparabile a quella degli over 65 di venti o trent’anni fa.
Motivo che a maggior ragione dovrebbe convincerli a rispettare le regole come gli altri utenti della strada, anche se talvolta queste regole possono comportare qualche fastidio in più alla guida a cui da giovani non erano abituati.
Cinture di sicurezza, fioccano le multe. Se sei recidivo anche la sospensione della patente
Parliamo ad esempio dell’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza, una prescrizione entrata in vigore ormai dal 1988, ma che ha imposto alle case costruttrici di dotare le auto nuove con questi dispositivi di sicurezza già dal 1976. Per chi è nato dopo la fine degli anni ’70 allacciare le cinture di sicurezza ha da sempre rappresentato quel gesto quasi involontario che facciamo addirittura prima di mettere in moto. Una pratica che di default è attuata senza nemmeno farci caso.
Nonostante sia obbligatorio per legge, l’uso della cintura di sicurezza ha già passato il suo momento di massimo splendore, e sembra essere in declino tra gli automobilisti in generale, e non solo tra i pensionati. Inutile ricordare che senza la cintura di sicurezza si corre un grave rischio. L’articolo 172 del Codice della Strada rende obbligatorio l’uso di questi dispositivi per il conducente e per i passeggeri, sanzionando con multe salate i trasgressori. Se ci si mette alla guida senza cintura, anche nel caso lo ricordino i fastidiosissimi sistemi di allerta acustica, questa infrazione può comportare la sottrazione di 5 punti dalla patente e una multa da 83 a 332 euro. In caso di recidiva entro 2 anni scatta la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.