Inquinamento in Italia, grave rischio per i bambini | Se abiti qui sono in pericolo
L’inquinamento da PM10 e altre sostanze nocive presenti nell’aria delle grandi metropoli ha fatto scattare l’allerta sulle condizioni di vivibilità di alcune città italiane
Traffico in tilt, città paralizzate da infrastrutture non al passo coi tempi e riscaldamenti che contribuiscono in inverno ad aggravare il mix dei gas nocivi che appestano l’aria. La tempesta perfetta degli inquinanti ha già di recente portato Milano a raggiungere il triste primato di “città più inquinata del mondo”, un primo posto che ha lasciato tutti sbalorditi.
Eppure le soluzioni per ridurre le emissioni e tamponare l’emergenza nelle grandi aree metropolitane ci sarebbero, e sono anche a portata di mano. Anche se si tratta di una rivoluzione lenta e che viene dal basso, in realtà le nostre città stanno già assistendo a un diverso modello di sviluppo della mobilità urbana, grazie all’avvento dei monopattini, delle biciclette, di auto e motorini elettrici e del car sharing.
Questi mezzi stanno diventando il nuovo simbolo della libertà di movimento, dando un nuovo slancio ed una vitalità fresca ai nostri spostamenti quotidiani. La nuova tendenza già in atto sarebbe confermata da uno studio condotto da McKinsey in cui emerge come il 70% delle persone intervistate dal rapporto “Mobility Ownership Consumer Survey” è disposto ad abbandonare i mezzi di trasporto tradizionali per abbracciare la mobilità condivisa e la micromobilità.
La mobilità condivisa
Una soluzione che aiuterebbe non solo a ridurre il traffico congestionato, ma anche ad abbattere l’inquinamento atmosferico e acustico nelle nostre città. Ed è proprio in questo momento, dopo la fine delle restrizioni pandemiche, che la mobilità condivisa sta vivendo un boom senza precedenti, spingendo sempre più giovani ad abbandonare l’uso tradizionale del veicolo a motore di proprietà per guardare a un futuro a zero emissioni.
Secondo il rapporto di McKinsey, le strategie degli operatori di ricarica e parcheggio saranno cruciali per consentire la giusta offerta adatta alle diverse modalità di car sharing e micromobilità. Oltre alla crescente domanda per le loro strutture, un approccio globale aiuterà le città a ridurre al minimo il numero di veicoli parcheggiati sulle strade e ottimizzare l’utilizzo dei mezzi meno inquinanti.
La situazione a Milano
Solo attuando attraverso una strategia condivisa potremo dire addio all’inquinamento che sta attanagliando grandi città come Milano e Roma. In particolare Milano sembra diventata una delle zone peggiori dove abitare per la presenza costante di gas nocivi. Secondo i dati Arpa infatti, nella zona di piazzale Loreto la concentrazione media di biossido di azoto ha toccato punte di 55 microgrammi per metro cubo, un dato allarmante che supera di ben cinque volte il limite stabilito come “pericoloso” dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Una mappa elaborata dell’Associazione “Cittadini per l’aria” rivela la preoccupante situazione dell’inquinamento dell’aria nella capitale meneghina, soprattutto nelle vicinanze delle scuole. Il 45% degli istituti si trova in aree che sfiorano la soglia europea di inquinamento atmosferico, ma che in realtà sono solo appena al di sotto. Questo significa che l’aria che i bambini respirano quotidianamente è altamente tossica, e ciò è confermato anche dalle raccomandazioni dell’Oms. Dai risultati emerge che l’inquinamento dell’aria può causare un aumento del rischio di infarto e mortalità per gli adulti, e patologie respiratorie come l’asma per i giovani fino ai 10 anni.