Codice della strada, pensionati in preda al panico | Pioggia di sanzioni in arrivo
Le disposizioni del Codice della Strada parlano chiaro, nessuno esente a parte donne incinta e passeggeri con patologie gravi
L’utilizzo delle cinture di sicurezza dovrebbe essere entrato ormai da tempo a far parte delle pratiche di buon senso che è bene adottare appena saliti in auto, senza nemmeno l’imposizione di uno specifico articolo del Codice della Strada. Per alcuni conducenti o passeggeri ormai si tratta di un gesto quasi automatico, mentre altri lo vedono ancora come un obbligo di cui farebbero volentieri a meno.
Non si tratta solo di una disposizione per legge, ma anche di una questione di vita o di morte. Molti automobilisti sottovalutano l’importanza di questo semplice dispositivo di sicurezza, ma in caso di incidente, la cintura di sicurezza può fare la differenza tra esserci, o non esserci più.
Secondo le statistiche, l’utilizzo delle cinture di sicurezza riduce il rischio di morte in caso di incidente stradale del 50%. E può anche prevenire lesioni gravi come fratture, lacerazioni e danni cerebrali. Basti pensare agli orribili incidenti simulati durante i crash test – dove i manichini indossano le cinture – per dare una vaga idea di cosa succederebbe senza.
La cintura di sicurezza, una vecchia storia
Il problema dell’uso della cintura di sicurezza in auto è stato oggetto di molte campagne di sensibilizzazione, ma il dato di fatto è che ancora molti automobilisti lo trascurano. L‘articolo 172 del Codice della Strada prevede sanzioni amministrative per chi non la usa, ma non sempre questo basta a convincere i più recidivi. Eppure non si tratta di dispositivi entrati a far parte di recente delle dotazioni obbligatorie di tutte le auto.
Già nel 1976 l’Italia introdusse l’obbligo di equipaggiare le auto nuove con gli allacci per le cinture di sicurezza, ma solo nel 1988 divenne obbligatorio per i sedili anteriori, accompagnato da salate sanzioni amministrative. Nonostante l’obbligo di legge, l’uso della cintura subì un netto calo negli anni successivi, tanto che il Piano sulla sicurezza stradale decise di intensificare il monitoraggio a partire dal 2000. La svolta definitiva si ebbe nel 2006, quando l’uso della cintura divenne obbligatorio anche per i sedili posteriori.
Obblighi, esenzioni e sanzioni
Secondo quanto espresso nell’articolo 172 del Codice della Strada, l’uso delle cinture di sicurezza è obbligatorio per il conducente e i passeggeri dei veicoli delle categorie L6e, M1, M2, M3, N1, N2 e N3. Per i bambini sotto il metro e mezzo invece si devono predisporre appositi seggiolini adatti al loro peso. Esistono deroghe a queste disposizioni per alcune categorie, come gli agenti di polizia e le donne in gravidanza con certificazioni particolari.
Anche i pensionati, a meno che non abbiano certificazioni mediche di patologie che rendono l’uso delle cinture di sicurezza controindicato, non sfuggono alle prescrizioni dell’articolo 172 e sono tenuti sempre a indossare le cinture come tutti gli altri. In caso di violazione dell’obbligo scatta immediatamente la decurtazione di 5 punti dalla patente, oltre a una multa che va da 83 a 332 euro. In caso di recidiva entro due anni, la sanzione accessoria della sospensione della patente può essere applicata da 15 giorni a 2 mesi.