Guida autonoma, disastro su tutta la linea | Il grave fallimento costa carissimo
Sui progetti di guida autonoma le case costruttrici hanno investito ingenti capitali fin dall’esordio di questa tecnologia, a distanza di anni le cose non sono andate come si sperava
La guida autonoma rappresenta una grande scommessa per l’industria automobilistica, tanto da movimentare un giro d’affari che vale miliardi. Dietro agli ambiziosi progetti capitanati dai player più all’avanguardia del settore si gioca di fatto tutto il futuro dell’automobile.
Il processo di sviluppo di questa tecnologia sta però procedendo al rilento, con progetti che nascono in fretta e che vengono abbandonati per mancanza di prospettive soddisfacenti legate alla loro redditività.
Secondo alcune fonti, la corsa alla guida autonoma potrebbe costare cara ai costruttori. Nonostante gli ingenti investimenti finora effettuati, il successo tanto sperato potrebbe essere solo un miraggio, lasciando dietro di sé solo delusioni e una valanga di soldi buttati al vento.
Un futuro incerto
Sono diverse le case costruttrici impegnate in questa corsa verso le auto intelligenti di domani, ma la sfida sembra più grande di quella che realmente si pensava. Allo studio ci sono diversi prototipi rivoluzionari di sistemi di guida autonoma in grado di riconoscere gli ambienti complessi nelle città. Ma non sarà una passeggiata metterli a punto come si deve. Superare gli attuali limiti tecnologici per garantire una guida automatizzata, sicura e veloce, richiede una buona dose di innovazione e un’attenzione ai dettagli spasmodica per impartire alle auto i comandi che sostituiranno l’uomo in tutto e per tutto.
Già diversi progetti hanno dichiarato fallimento, come quello congiunto di Ford e Volkswagen, ad esempio, ma anche quello di Uber, che ha ceduto la sua divisione di guida autonoma alla Startup Aurora, sopravvissuta grazie all’apporto di finanziamenti generosi da parte di case automobilistiche e fondi di investimento. Eppure la guida autonoma, i servizi di robo-taxi, le consegne a domicilio e i trasporti pubblici senza guidatore si diceva che avrebbero rappresentato una miniera d’oro per le aziende in grado di cogliere al volo questa opportunità. Ma qualcosa non va come dovrebbe.
Cosa non va?
L’evoluzione della guida autonoma è stata finora costellata di alti e bassi. Se da un lato alcune idee innovative hanno avuto successo, come ad esempio Super Cruise di General Motors o i test sui robot-taxi, altre iniziative importanti come ArgoAI, finanziata a suon di miliardi da Ford (1,2 mld di dollari) e Volkswagen (2,6 mld di dollari), hanno fallito. E in questo momento di grandi sfide per i costruttori auto dovute alla discontinuità produttiva, all’inflazione e alla carenza di materie prime, non è scontato che tutti i progetti in corso arrivino a compimento.
Ma nonostante ciò, molti costruttori auto stanno ancora cercando di investire nella guida autonoma, come dimostrano gli accordi tra Waymo, Stellantis, BMW e Foxconn per la realizzazione di un minivan a guida semi-autonoma, o l’omologazione della guida semi-autonoma di livello 3 da parte di Mercedes. Tuttavia, secondo gli analisti di Guidehouse Insights, la strada verso il profitto dai servizi di mobilità basati sulla guida autonoma sarà lunga e difficile, richiedendo un grande sforzo per mantenere i costi accessibili per i clienti.