Euro 7 ancora sotto il mirino dell’industria automotive europea. Costi inaccessibili per costruttori e consumatori
Il nuovo standard Euro 7 rischia di mandare in frantumi l’industria europea automobilistica, stretta nella morsa di normative sempre più stringenti per la salvaguardia ambientale. Il settore è già al collasso per i “vincoli irrealistici” imposti da Bruxelles sulla produzione dei nuovi motori termici a basse emissioni.
A lanciare l’allarme fu già a fine gennaio Luca de Meo, presidente dell’Associazione Europea dei Costruttori (Acea), preoccupato da una possibile deriva dello storico know-how europeo sulla fabbricazione delle auto.
In sostanza, secondo de Meo, il tempo e le risorse economiche e umane già impiegate per lo studio e la progettazione dei nuovi propulsori Euro 7 dovrebbero invece essere dirottati verso i progetti ad alta innovazione. Verso studi riguardanti il comparto elettrico e la progettazione dei motori a basso impatto carbonico che prevedono l’utilizzo degli e-fuel. Con questo nome si indicano tutti quei carburanti sintetici di nuova generazione prodotti a partire dalla combinazione delle molecole di idrogeno presenti nell’acqua con il carbonio della CO2. Da questo processo chimico è possibile ottenere, ad esempio, il metanolo.
Secondo il numero uno di Acea, nonché CEO di Renault, se vogliamo mantenere il nostro vantaggio competitivo in Europa, dobbiamo abbandonare l’idea che i motori endotermici siano l’unico futuro possibile per i nostri veicoli. Altrimenti, rischiamo di perdere molte occasioni per stare al passo con i concorrenti. Dobbiamo puntare invece sulla fornitura di veicoli elettrici a batteria.
Stati Uniti e Cina infatti non stanno certo con le braccia incrociate ad aspettare il tracollo dell’industria europea, ma sono già le prime industrie automobilistiche al mondo a proporre le migliori innovazioni nel segmento dei veicoli elettrici.
Non solo l’Italia, ma anche altri paesi come Repubblica Ceca e Germania si sono opposti alla decisione dell’Europarlamento di introdurre lo standard Euro 7 nel 2025. Bocciata di fatto la proposta della Commissione europea che non terrebbe conto del grave danno all’industria automobilistica. Un affondo dovuto al forte innalzamento dei prezzi previsto per le nuove auto dotate di tecnologia Euro 7.
In poche parole la Commissione è cieca sul fatto che esiste già un’opportunità senza precedenti per ridurre drasticamente le emissioni di NOx dei veicoli entro il 2035, grazie alla combinazione dell’attuale standard Euro 6 con l’aumento delle auto elettriche e con l’introduzione dei nuovi carburanti sintetici. La proposta di spingere verso Euro 7 comporterebbe un costo elevato che andrebbe ad abbattersi sulle tasche del consumatore. L’aumento stimato di 2000 euro sul prezzo di una nuova vettura potrebbe portare molte persone a mantenere i loro vecchi veicoli, con danni ancora peggiori per l’ambiente.