Scandalo emissioni truccate, per gli automobilisti arriva il risarcimento | Ecco chi deve pagare
Dopo il “Dieselgate” Volkswagen sulle emissioni truccate arriva un’altra sentenza, questa volta contro Mercedes Benz. Costruttori pagheranno per i danni
Ancora bufera sulle emissioni truccate, lo scandalo che ha visto negli scorsi anni coinvolti i più noti costruttori mondiali di automobili nella vendita di vetture con valori di emissioni di CO2 appositamente manipolati in laboratorio e durante i test su strada.
Tutto ebbe inizio 3 anni fa con il cosiddetto “Dieselgate” che vide costretta Volkswagen a fare i conti con le conseguenze della truffa architettata ai danni dei suoi stessi clienti in tutta Europa. In quel caso la Corte di giustizia europea decise che la casa automobilistica tedesca poteva essere chiamata a rispondere di fronte ai tribunali di tutti i 27 Stati membri dell’Unione.
In occasione di quello che si ricorda come uno dei più discussi scandali che hanno scosso in questi anni il settore automotive, i giudici di Lussemburgo hanno dato il via libera per un tipo di giustizia “transfrontaliera”. Secondo la sentenza infatti, un produttore di auto che manipola illegalmente le emissioni dei propri veicoli in un paese dell’Ue può essere portato davanti ai tribunali di qualsiasi altro Stato membro dove quei veicoli sono stati venduti.
Il diritto a essere risarciti
Questo significa che i consumatori che hanno acquistato automobili a marchio Volkswagen “truccate” all’estero non dovranno più cercare giustizia in tribunali tedeschi, ma potranno far valere i loro diritti di fronte ai tribunali dei paesi in cui hanno effettuato l’acquisto. Una vittoria per i consumatori europei e una decisione che segna un nuovo capitolo nella lotta contro le truffe del settore automobilistico.
La Corte di giustizia europea ha recentemente riaffermato il diritto dei consumatori a essere risarciti per i danni causati da automobili con impianti di manipolazione illeciti. Questa volta la sentenza riguarda la causa contro Mercedes Benz, ma questo precedente avrà importanti implicazioni per l’intera industria automobilistica.
Costruttori unici responsabili della truffa
Secondo la Corte, i costruttori sono direttamente responsabili nei confronti degli acquirenti dei loro veicoli e devono pertanto garantire che si rispettino le normative dell’Unione europea. Nel caso in cui un costruttore installi un software che falsa le emissioni di gas di scarico, gli acquirenti hanno diritto a un risarcimento. La sentenza conferma inoltre che spetta ai giudici nazionali stabilire se l’impianto di manipolazione è presente sull’automobile in questione.
Un’altra vittoria per i consumatori che possono ora rivendicare i loro diritti in tribunale. Come già accennato, questa sentenza si aggiunge alla lista di precedenti decisioni della Corte di giustizia dell’Ue contro le case automobilistiche coinvolte nello scandalo del “Dieselgate”, dimostrando che l’Unione europea non tollererà comportamenti fraudolenti nell’industria automobilistica.