Lewis Hamilton, il dramma che ha colpito il pluricampione del Mondo di F1: fiumi di lacrime per i tifosi
Il campione iridato ha ricordato i ripetuti episodi di razzismo di cui è stato vittima
Quando si parla di Lewis Hamilton lo si fa quasi sempre per citare i suoi innumerevoli successi e le sue straordinarie imprese. Il campione inglese, capace di conquistare ben 7 titoli di F1, è salito alla ribalta delle cronache per la sua abilità alla guida della sua monoposto e per i suoi brillanti sorpassi in pista.
Questa volta, però, a finire sulle prime pagine dei giornali sono state le sue confessioni sulla sua infanzia. Il pilota britannico, nato e cresciuto a Stevenage nel sud-est dell’Inghilterra, si è confessato durante il podcast On Purpose, parlando dei vari episodi di bullismo di cui è stato vittima durante la sua vita. In particolare, Hamilton ha raccontato il profondo razzismo che ha sconvolto i suoi primi anni di vita. “A scuola sono stato vittimo di bullismo perché ero nero”, ha ricordato durante il podcast On Purpose, pubblicato lunedì.
Il sette volte campione del mondo di F1 ha aggiunto: “Per me la scuola è stata la parte più traumatizzante e più difficile della mia vita. Sono stato vittima di bullismo già all’età di 6 anni. Ero solo uno dei tre bambini di colore e i ragazzi più grandi, più forti e prepotenti mi prendevano in giro per la maggior parte del tempo. Mi davano continui colpi, mi tiravano cose addosso, come le banane, e mi chiamavano ‘negro’ o ‘meticcio’”.
Lo scioccante racconto di Lewis Hamilton
Insomma un vero e proprio incubo di cui Lewis Hamilton era quotidianamente vittima. “Nella mia scuola secondaria c’erano 6 o 7 ragazzi neri su 1.200 bambini e 3 di noi venivano sempre messi fuori dall’ufficio del preside. Il preside se la prendeva con noi e in particolare con me. Sentivo che il sistema era contro di me e stavo nuotando controcorrente. Ci sono state molte cose che ho tenuto dentro. Non me la sentivo di andare a casa e dire ai miei genitori che questi ragazzi continuavano a chiamarmi negro o che ero vittima di bullismo o venivo picchiato. Non volevo che mio padre pensasse che non ero forte“, ha dichiarato il sette volte campione iridato.
Hamilton, nel corso della sua vita, ha saputo rialzarsi e riscattarsi ma non ha mai dimenticato i soprusi subiti da bambino. Anche per questo motivo il 38enne della Mercedes ha creato la fondazione Mission 44, il cui obiettivo è migliorare la vita delle persone appartenenti a gruppi sottorappresentati.
Allo stesso tempo Hamilton ha dato vita all’organizzazione Ignite, un’impresa messa in piedi per migliorare la diversità e l’inclusione nelle corse automobilistiche. Un gesto che testimonia la sua grande attenzione per il sociale, ambito in cui l’inglese si è sempre battuto in prima persona.