Addio multe, il modo per non pagarle ce lo ricorda la legge: ecco l’unico ‘trucchetto’ infallibile
Per fortuna ci sono dei casi in cui sarà possibile non pagare più le multe perché ritenute non valide: ecco tutti i dettagli a riguardo e cosa dice la legge su come evitare esborsi.
In tempi di crisi ogni minimo risparmio è decisamente ben accetto e per chi guida questo vale doppio: numerosissime infatti le occasioni di esborso che si presentano quotidianamente agli automobilisti. Dal carburante alle tasse, passando per le tanto temute e odiate contravvenzioni.
Distrazione, fretta o menefreghismo possono davvero costare caro ai guidatori: giornate rovinate da fogli appesi a parabrezza e buste da ritirare in casella. Fondamentale diviene dunque riconoscere quando esse sono realmente da pagare e quando invece non lo sono poiché non valide.
Essendo soggetti a errori in quanto umani come noi, anche gli agenti della Polizia Stradale possono sbagliare: in tal caso si apre uno spiraglio di speranza per chi si vede recapitare la sanzione. Comprendere quando è il momento di versare e quando no sarà la linea di demarcazione fondamentale in tal senso.
Grazie ad alcuni accorgimenti e a una attenta analisi di ogni singolo caso potremo dunque dire addio ad alcune contravvenzioni. Addio alle rateizzazioni, ai pensieri e ad esborsi imprevisti e indesiderati: in questi precisi casi le multe non saranno da pagare, basta sapere riconoscerle.
Multe: ecco quali non devi pagare
Errori da parte degli organi che accertano l’infrazione possono rendere nulla la contravvenzione e, per questo, non da pagare. Se oltre all’imprecisione umana sommiamo eventuali malfunzionamenti della tecnologia e dei software, la possibilità che la sanzione che abbiamo tra le mani sia non valida è alta.
Per risultare idonea e a norma ogni multa deve innanzitutto riportare la data, l’orario e il luogo esatto in cui è stata rilevata l’infrazione contestata. Molto ben visibile, oltretutto, dovrà apparire il nominativo dell’agente che ha accertato il reato stradale e, nondimeno, la motivazione per la quale al momento in cui tale infrazione è stata commessa il suddetto controllore non ha contestato il comportamento errato del guidatore.
A ciò si devono aggiungere le esatte generalità dell’automobilista e la targa dell’auto, corredata da modello e colore della vettura. Errori o dimenticanze o anche semplici imprecisioni nei campi sopra descritti renderanno nulla la contravvenzione. Potrà essere a quel punto che si avrà modo di poterla contestare e lo stesso ente certificatore, appurato l’effettivo errore (o gli errori) nel verbale compilato, attiverà a procedura di annullamento della contravvenzione.