Punti della patente: per non farseli togliere basta pagare I Non ci hai mai pensato, ma per la Cassazione è legittimo
Prendere una multa implica in automatico in certi casi anche la decurtazione di alcuni punti sulla nostra amata patente. E se ciò capita sono cavoli amari!
In che modo è possibile recuperare i punti della patente dopo il canonico saldo della contravvenzione? Scopriamolo insieme…
Il recupero dei punti persi può avvenire in due modi. Il primo è tramite la classica e sempre valida buona condotta di almeno due anni, senza ricevere in questo lasso di tempo altre contravvenzioni, mentre il secondo consiste nella frequentazione di un corso privato di recupero dei punti che in molti ancora non conoscono. Ma esiste anche- in tanti ora si chiederanno- un modo per non farsi togliere i punti dalla patente a prescindere? Vi piacerebbe, vero? Ma certo che c’è ed è quello di non trasgredire mai e poi mai il caro Codice della Strada!
Battute a parte, pare che- in effetti- ci siano dei trucchetti, agendo sempre nella legalità, per non farsi togliere i punti dalla patente. Quali? Diciamo che sono diversi a seconda che la contravvenzione venga contestata immediatamente, ossia al momento stesso dell’infrazione o in modalità ‘differita’, ovvero con spedizione della multa presso la residenza del proprietario dell’auto. Questa seconda opzione ricorre- come ben sappiamo- tutte quante le volte in cui non sia possibile fermare l’automobilista subito dopo la trasgressione che- in ogni caso- non è passata inosservata visto che è arrivata la multa!
Per chi- invece- viene fermato immediatamente dalla polizia, i metodi per non farsi togliere i punti dalla patente si riducono a uno soltanto. Quale? Beh, non resta che fare ricorso contro il verbale e sperare che il giudice lo annulli. Il ricorso può essere effettuato entro e non oltre i 30 giorni al giudice di pace o, in alternativa, entro 60 giorni al Prefetto, e qui si parla di un processo del tutto gratuito. Poi, ci si può anche rivolgere al giudice di pace ma è bene farlo solo se la questione richiede una maggiore attenzione all’aspetto interpretativo. Ma se le violazioni di legge più evidenti è più conveniente rivolgersi al Prefetto e ottenere subito l’annullamento del verbale. Nel momento in cui si decide di impugnare la contravvenzione, poiché la decurtazione dei punti avviene quasi contestualmente alla violazione mentre la decisione del ricorso implica. dati alla mano- molto più tempo, l’automobilista risultato vittorioso dal giudizio vedrà ripristinati i punti che, in precedenza, gli erano stati sottratti. Ma nel fare ciò è sempre bene chiedere consiglio e aiuto al proprio avvocato di fiducia e non di agire da soli o di testa propria!
Come riprendersi i punti se…
Ma- è bene dirlo fin da subito- quando la multa viene contestata in via differita e quindi il conducente non viene bloccato dalla polizia, non è possibile procedere all’immediata decurtazione dei punti dalla patente del proprietario dell’auto che- a onor del vero- potrebbe pure essere soggetto diverso rispetto al trasgressore effettivo. Così la legge impone al titolare del veicolo, che ha ricevuto la multa a casa, di comunicare in men che non si dica agli agenti accertatori, nei successivi 60 giorni, il nome del conducente e il numero della sua patente. In questa maniera- capite bene- la sanzione accessoria della decurtazione dei punti sarà effettuata nei confronti di quest’ultimo. E qui come possiamo muoverci per farci ridare i famosi punti che tanno ci stanno a cuore? Esiste un modo efficace e giusto, senza andare contro la Legge e farci beccare altre multe?
Il consiglio che vi diamo e che è assolutamente lecito, è quello di rispondere all’ordine della polizia – con cui viene chiesto di comunicare il nome dell’effettivo conducente – affermando di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida dell’auto. Tale dichiarazione- e qui fate molta attenzione- deve essere in ogni caso supportata da un motivo ben valido come il fatto che la macchina viene guidata da figli o comunque da più persone che fanno parte del nucleo familiare.
In ogni caso prima di agire è sempre meglio chiedere consiglio a un professionista al fine di non sbagliare e di non andare a mettersi nei guai, beccandosi magari anche altre multe che- mai come in questo periodo- di profonda crisi e di continui rincari sono da evitare come la peste.
La prima strada è non rispondere all’invito contenuto nella multa di comunicare i dati dell’effettivo conducente. Si tratta di un illecito, punito tuttavia solo con una sanzione pecuniaria che va da 422 a 1.695 euro. Si tratta insomma di un’altra multa. Non ci sono ulteriori conseguenze. In pratica è come se l’automobilista ‘comprasse’ la possibilità di salvare i punti della patente. Interrogata sull’incostituzionalità di tale sistema, che privilegerebbe i redditi più elevati, la Corte Costituzionale ha detto che la normativa è pienamente legittima.
L’ultimo modo per non farsi togliere i punti della patente, senza fare ricorso, è quello di rispondere all’ordine della polizia – con cui viene chiesto di comunicare il nome dell’effettivo conducente – affermando di non essere in grado di ricordare chi fosse alla guida dell’auto. Tale dichiarazione però deve essere supportata da un ‘giustificato motivo’ e da una ‘prova documentale’. Non basta dire che si è smemorati o che si è anziani, ma bisognerebbe fornire prove più consistenti. Si pensi a un’auto condivisa da numerosi membri della famiglia o utilizzata dai dipendenti di un’azienda. Di tanto bisogna dare dimostrazione con una prova scritta. Solo chi è nell’impossibilità oggettiva di effettuare la comunicazione o di sapere chi fosse alla guida del mezzo evita la seconda multa. Si sconsiglia vivamente di trovare un prestanome e di dire che l’auto era condotta dal classico parente connivente – di solito quello con più punti sulla patente – che si sobbarca la sanzione accessoria. Se mai infatti una telecamera dovesse avere fotografato l’automobilista si potrebbe scoprire facilmente la bugia e, in tal caso, scatterebbe il reato di falso in atto pubblico.