Cambio automatico, controlla questa cosa prima che sia troppo tardi: il danno ti costa un occhio della testa
Come avviene la manutenzione delle trasmissioni automatiche: quali interventi sono da effettuare, ogni quanti km, e perché sono importanti. Scopriamo tutto insieme!
Come si effettua la manutenzione del cambio automatico? Quando è meglio farla? E perché è importante? Sono, queste, domande che molti automobilisti si pongono e alle quali noi daremo delle degne risposte…
Cominciamo con il dire che il numero di auto con cambio automatico in circolazione in Italia è sempre più elevato, dal momento che gli utenti lo richiedono a gogo, soprattutto ciò riguarda chi guida soprattutto in città, dove il cambio automatico si rivela meno “stressante” a livello di comandi rispetto al cambio manuale, tuttavia richiede comunque una manutenzione ancora più dettagliata, mirata e precisa.
Ma sapete che cosa significa nei fatti effettuare una corretta manutenzione alla trasmissione automatica? Sapete poi ogni quanti km si deve procedere, come si interviene, chi può occuparsi dei lavori al cambio automatico? E sapete perché è così importante?
Iniziamo con il dire che il cambio automatico effettua le stesse funzioni del cambio manuale, ma ora urge una rapidissima introduzione al principio tecnico che è alla base del concetto di cambio di velocità. È – infatti- attraverso il cambio che il conducente può variare il rapporto fra il numero di giri del motore e la velocità delle ruote. In poche parole: a marce basse, le ruote girano più lentamente, e viceversa con le marce alte le ruote si muovono più velocemente. Tutto chiaro fino a qui? Bene, procediamo…
Passiamo ora a sottolineare come si deve la principale differenza fra cambio automatico e cambio manuale. La differenza tra cambio automatico e manuale sta in un comando: nel cambio automatico l’unica funzione che va innestata manualmente è la retromarcia, quando si è alla guida poi man mano che aumenta la velocità il cambio automatico va ad innestare automaticamente la marcia maggiormente congeniale alla velocità a cui si sta viaggiando, cosa che invece – come del resto dice la parola stessa – nel cambio “manuale” la marcia è il guidatore stesso a dover innestare con prontezza a mano a mano che la velocità della vettura aumenta
Molti cambi automatici poi sono a convertitore di coppia. Con questo sistema, il trasferimento della coppia motrice avviene per mezzo di un convertitore idraulico posto esattamente fra motore e cambio stesso. La differenza di pressione nell’olio del circuito determina, mediante specifiche elettrovalvole, i cambi marcia.
Attenzione alla corretta manutenzione
La corretta manutenzione del cambio automatico, svolta nelle modalità ed agli intervalli prescritti dalla Casa costruttrice della vettura, è assolutamente fondamentale per il suo funzionamento. L’olio del cambio automatico tende, con il tempo, ad accumulare i residui causati dall’attrito degli ingranaggi della trasmissione. Ma non mettetevi le mani nei capelli, dal momento che tutti i liquidi e i lubrificanti “di servizio” di qualsiasi veicolo si comportano così. Di fatto, avviene che l’olio del cambio automatico perde via via fluidità con il tempo. La conseguenza è il regolare inserimento dei vari rapporti, e da qui ne deriva l’ assoluta importanza di prendersi cura del cambio automatico.
Ricordiamoci poi che la durata di una trasmissione automatica è spesso correlata alla sua manutenzione. In linea di massima, un cambio automatico può accompagnare l’intera “vita operativa” della vettura e stiamo parlando di centinaia di migliaia di km, ma solo se c’è stata corretta e scrupolosa manutenzione.
Rispetto ai cambi manuali, i cambi automatici “tradizionali”, in poche parole quelli a convertitore di coppia, non possiedono frizione, quindi non c’è affatto il grave rischio di bruciare la frizione.
Il concetto di frizione– è bene sottolinearlo- nel cambio automatico a convertitore di coppia, si intende con la presenza di tanti sistemi-freno quanti sono i rapporti del cambio, che permettono alla trasmissione di impostare la “marcia” più adeguata in relazione al numero di giri in quel momento.
Se queste “frizioni” si bruciano, il moto dei satelliti dei ruotismi epicicloidali non viene più rallentato. La spesa per l’intervento è, in questo caso, davvero molto ma molto elevata.
Dunque, che fare? Beh, vi annunciamo che capire quando intervenire con un controllo al cambio automatico non è poi così complicato. A parte gli intervalli chilometrici, se si riscontrano difficoltà di innesto dei rapporti o diminuzioni di potenza in salita è segno, il più delle volte, che il lubrificante del cambio automatico è esausto, ergo è arrivato il momento di una verifica alle condizioni della trasmissione.
Inoltre, vi annunciamo che la manutenzione del cambio automatico va effettuata nel rispetto degli intervalli indicati dalla Casa costruttrice, e riportati fedelmente nel libretto di uso e manutenzione che è davvero molto importante avere sempre a portata di mano. Per un controllo delle condizioni della trasmissione automatica è poi bene affidarsi a un’officina specializzata. Ogni 30-40.000 km, è anche vivamente consigliabile portare l’auto in officina per un controllo al livello dell’olio della trasmissione automatica.
Occhio poi anche al livello dell’olio del cambio automatico che va controllato “a caldo”. È importante rispettare le specifiche di temperatura previste dalla Casa costruttrice per il controllo del livello lubrificante cambio automatico, proprio per avere la sicurezza di immettere l’esatta quantità di olio richiesta. Per sostituire l’olio cambio automatico, bisogna sapere- in poche parole- se il lubrificante viene in parte contenuto nella coppa dell’olio in metallo, oppure in plastica.
Si tratta di una differenza da non sottovalutare dal momento che la coppa olio in plastica richiede la sua sostituzione completa in quanto questa integra un filtro specifico.
Per questo motivo capite bene che è vivamente consigliabile rivolgersi a un’officina specializzata in manutenzione ai cambi automatici.
L’importanza dell’olio nel cambio automatico deriva dal fatto poi che il lubrificante serve a trascinare senza attriti gli ingranaggi e la trasmissione.
È chiaro, come si accennava più sopra, ma che ribadiamo nuovamente vista la sua grande importanza, che durante la marcia della vettura l’olio del cambio automatico – contenuto nella coppa e nel convertitore di coppia nonché nel circuito idraulico – accumula piccole quantità di metallo.
A volte, tra l’altro non basta sostituire l’olio senza effettuare altri interventi. Per quale motivo? In pratica il lubrificante “vecchio” non è in grado di portarsi dietro i residui di metallo raccolti nel tempo. Se si procede al lavaggio del cambio automatico – lavoro che si effettua con l’utilizzo di strumentazioni specifiche – il lubrificante e la sua sede vengono completamente rinnovati.
Il lavaggio della trasmissione automatica serve – e lo diciamo molto chiaramente- a far defluire l’olio vecchio – mediante il flussaggio del nuovo lubrificante – senza che i due liquidi entrino a contatto fra loro.
Il lavaggio del cambio automatico è un intervento che si effettua ad intervalli di chilometraggio piuttosto ampi: pensate- infatti- che di norma, almeno ogni 70-90.000 km , sebbene gli esperti consigliano con il cuore in mano di intervenire in maniera un po’ più frequente , dunque ogni 50-70.000 km , in particolare se si impiega l’auto con cambio automatico soprattutto in città.
È importante poi- e tenetelo ben a mente- non superare mai e poi mai questi intervalli di chilometraggio, per non correre il rischio, davvero tosto, che i depositi di limatura di metallo renda indispensabile la revisione del cambio automatico.
Quest’ultima operazione è ancora più costosa rispetto a quella del lavaggio del cambio automatico, che già di per se non costa poco. Ne volete la prova? Beh, si parla di cifre che oscillano fra 500 e 800 euro o anche di più e ciò dipende dalle specifiche tecniche del lubrificante adottato.
È fondamentale, in tale direzione utilizzare i lubrificanti consigliati dalla Casa costruttrice.